[R20] Ricarica: le fasi

Fasi della ricarica

Ora che abbiamo visto i componenti, i materiali, e le nozioni di base, andiamo ad iniziare.
Premessa fondamentale:

  • Verifico di avere tutto il necessario: bossoli, inneschi, polvere, palle, calibro, bilancina e/o dosatore, martello cinetico, tavoletta e scatole portacolpi (tutti accessori che devono essere presenti).
  • Oltre ovviamente alla pressa, allo shell holder e ai dies corrispondenti al calibro che voglio ricaricare.
  • Ed anche un paio di stracci e/o carta per pulire frequentemente mani ed attrezzi.
  • E … un piano di lavoro SEMPRE in ORDINE;
    sistemo tavolette, contenitori, ecc. in modo che non intralcino e non possano rovesciarsi!

Inoltre, accertatevi di avere ben fissato la pressa al banco; banco che è opportuno sia a sua volta saldamente fissato al pavimento e/o alla parete.
Ripeto: nel ciclo di utilizzo applicherete grossi carichi alla leva della pressa, sia verso il basso che verso l’alto. Se la pressa è saldamente fissata, potrete procedere agevolmente e con buona sensibilità, senza dovervi preoccupare di tenere ferma in qualche modo la pressa o il tavolo o “la roba” che avete sopra il tavolo !

Calibri per pistola (bossoli cilindrici – o quasi)
Cercando di semplificare al massimo, ricaricare significa semplicemente riciclare le cartucce sparate.
Un po’ come le bottiglie di vetro per il vino.
Abbiamo visto i diversi componenti di una munizione, e come alcuni sono a perdere, ed altri riutilizzabili.
Diamo uno sguardo ai passaggi necessari per ricaricare le munizioni per pistole e revolver, come ad es. il 9 mm, il .38 Special, il .45 ACP, il .44Magnum.
Più avanti parleremo di come usare l’attrezzatura di base necessaria.

Ma prima…
Se c’è la benchè minima possibilità che ti interessi ricaricare, c’è un passaggio preliminare che ti consiglio caldamente: raccogli i bossoli! Sì, raccatta tutti i bossoli che puoi finché riempi tutto il garage e il cane non trova più la ciotola dell’acqua.
Perché? Perché ne avrai bisogno. Il bossolo è l’unico componente che puoi recuperare, ed è anche il più costoso.
Ogni volta che ti chini per raccogliere un bossolo, pensa che sono da 15 a 50 centesimi (calibri comuni), e da 1 a 2 euro (calibri “grandi” o da fucile)!
Se per la strada vedi per terra 20 centesimi o un euro, non ti accucci a raccoglierlo?

Il ciclo della vita (della munizione!)

Il ciclo della vita
da sinistra: munizione completa che “sparo” → bossolo sparato (da recuperare) con l’innesco percosso → bossolo con l’innesco rimosso → inserimento nuovo innesco → riempimento della polvere → inserimento di una nuova palla → munizione completata

Una volta che hai recuperato i bossoli, si comincia.
Il processo che garantisce il maggior controllo possibile di tutte le fasi della ricarica è:

  • Ispezionare il materiale (e i bossoli in primis)
  • Rimuovere l’innesco spento
  • Ridimensionare il bossolo
  • Innescamento (inserimento primer)
  • Divaricazione della parte apicale del colletto
  • Inserimento polvere
  • Inserimento proiettile
  • Crimpatura (quando necessaria)
  • Ev. riformatura finale (solo in alcuni casi)
  • Ispezione finale

1. Ispezionare e pulire i bossoli

Come già scritto nel capitolo dedicato ai bossoli, tecnicamente non sarebbe necessario pulire i bossoli per ricaricarli; ma io lo faccio (e lo consiglio) sempre. Ed è anche un modo per vedere se vi sono fessurazioni, crepe o comunque bossoli danneggiati (da scartare subito senza ripensamenti!)

2. Rimuovere i primer usati

L’innesco è uno degli elementi che si sacrificano allo sparo. Una volta utilizzato non c’è più possibilità di recupero.
Il primer è espulso dal bossolo con la prima matrice di decapsulamento (decapping die).
Il decapping die spinge fuori il primer con uno spillo d’acciaio che passa attraverso il foro di vampa.
In genere la matrice che esegue questa operazione è la stessa matrice che contemporaneamente ridimensiona il bossolo per riportarlo alla misura ideale (reforming die).

Come detto, alcuni prima decapsulano con un decapping die generico e poi riformano con il primo die specifico per il dato calibro.

3. Ridimensionare il bossolo

Quando spari, l’involucro di ottone si espande nella camera di cartuccia. Aderisce alle pareti spiacciccandosi letteralmente, sigillando così la camera di cartuccia in modo che la pressione non trafili e non fuoriesca posteriormente.
Man mano che la pressione diminuisce (quando il proiettile lascia la canna), l’ottone si ritira leggermente, scollandosi dalle pareti e consentendone così l’estrazione dalla camera e la successiva espulsione (in genere verso l’amico che si trova alla tua destra …).
Anche se il bossolo di ottone si restringe, non ritorna proprio alle dimensioni originali. Non è così elastico.
Allora si utilizza una matrice di ridimensionamento (resizing die) per “incoraggiare con forza bruta” l’ottone a ritornare alle dimensioni corrette.
Questo passaggio permette alle munizioni ricaricate di rientrare nella camera della pistola al successivo riutilizzo.

L’accoppiata di operazioni “decapsulamento + ridimensionamento” si ottiene generalmente con un unico passaggio tramite il primo die, noto come “full lenght sizing die and decapper“. Come descritto nella sezione dedicata ai dies.
Man mano che con la pressa spingiamo il bossolo dentro la matrice (nel primo die), il bossolo viene “forzato” e riportato alla dimensione originale, andando a recuperare le dilatazioni che si sono verificate con lo sparo; e intanto che avanza nella matrice, lo spillo centrale spinge via l’innesco “sparato” grazie al foro di vampa presente sul fondo.
Ecco perchè è importante che vi sia una azione lubrificante: per evitare sforzi eccessivi sulla leva della pressa, che a sua volta forza sul supporto e sul tavolo. Ma anche per garantire una fluida estrazione del bossolo al termine della riformatura.

Nota: l’estrazione del bossolo dalla matrice di ricalibratura, è la fase la più critica, dato che tutto il meccanismo pressa+shell-holder si aggrappa al fondello del bossolo per “tirarlo” fuori dalla matrice, dove è stato incastrato con una elevatissima pressione per ri-sagomare a freddo l’ottone.
In questa fase è importante che pressa e tavolo siano ben saldi, ben fissati; perchè dovrete spingere la leva verso l’alto, con il rischio di sollevare tutto il tavolo!

Nota 2: ci sarà un elevato sforzo per estrarre il bossolo dal die (soprattutto se non lubrificato); a volte il bossolo può anche “gripparsi” nella matrice, magari deformando il fondello che così non si incastra più nello shell-holder.
E quindi . . .  occorre interrompere tutte le operazioni e cercare di liberare il die (e non è facile!).

Come già scritto, alcuni (anche io!) preferiscono disinnescare il bossolo con un dies generico, largo, SENZA resizing; così posso procedere ad una approfondita pulizia dei bossoli, andando a pulire anche la tasca dell’innesco.
Per le ricariche più sofisticate, in questa fase si può anche procedere ad una rettifica della tasca dell’innesco; si esegue con una 
speciale testa/fresa che appiana eventuali deformazioni della sede dell’innesco (che su alcuni caricamenti esuberanti potrebbe essere deformata dalla pressione nel fondello del bossolo).

Solo per completezza, in tema di ricalibratura, a seconda della tipologia delle operazioni si distingue tra:
  • Ricalibratura totale (full resizing): riguarda tutti i bossoli delle munizioni per arma corta, tutti i bossoli da fucile di tipo lineare e, in certi casi, i bossoli da fucile a collo di bottiglia
    Noi trattiamo solo questo tipo di ricalibratura.
  • Ricalibratura parziale (partial resizing, altresì detta half resizing): può essere impiegata per certi bossoli da fucile (con struttura lineare o a collo di bottiglia) o per alcuni bossoli da pistola (rari casi)
  • Ricalibratura selettiva (selective resizing) o del solo colletto (neck resizing): riguarda solo i bossoli delle munizioni da fucile a collo di bottiglia destinate alla ricarica di precisione 

4. Inserimento nuovo primer

Ricordi il primer usato che prima abbiamo buttato?
Bisogna infilarne uno nuovo nella tasca del primer, nella cava alla base del bossolo (anche per chiudere il buco sul fondo! ).
E’ inserito a pressione, con una modesta forzatura (si può eseguire con strumenti manuali semplici).
Il primer è ciò che dà il via all’intero processo di sparo (“go bang” come dicono gli ‘mericani)!

5. Svasatura (belling) della bocca (colletto) del bossolo

Anche se sembra un passo di danza, belling significa semplicemente svasare un po’ l’apertura superiore del bossolo in modo da allargarla per poterci inserire un nuovo proiettile.
Nel passaggio precedente (die 1) hai schiacciato l’ottone dall’esterno verso l’interno per riportarlo alla dimensione originale.
Con questo passaggio “riapri” solo leggermente la bocca del bossolo per creare un invito tanto da poterci infilare la palla che poi (con una certa pressione) verrà “affondata” nel bossolo.

Questa operazione in genere la si fa con il secondo die (expander die), a cui è possibile collegare un dosatore che già provvede a versare nel bossolo la quantità di polvere impostata (vedi la pagina dei dies).

6. Ricarica del propellente (aggiunta di polvere)

A questo punto, abbiamo l’ottone pulito e di dimensioni adeguate. E poiché abbiamo appena inserito un nuovo primer, non c’è più il buco aperto sul fondo, quindi possiamo aggiungere una nuova dose di polvere, o come la chiamano i fanatici della ricarica, di propellente.
La dose della povere viene misurata in peso, in grani; ma con la giusta attrezzatura (dosatore) in genere eroghiamo le dosi in modo mooolto più pratico e veloce misurandone la corrispondente quantità in volume.
SOLO nel caso non abbiate abbinato un dosatore alla matrice di espansione del collo del bossolo, dovrete provvedere manualmente a pesatura e/o dosatura polvere, e inserimento polvere.

Ricordate: un grano è in realtà 1/7000 (un settemillesimo) di libbra.
Ok, e che cavolo è una libbra?
Sono tutti retaggi delle misure inglesi che … neppure gli inglesi riescono ad usare correttamente.
Un grano sono 0,06479891 grammi.
Ovvero un grammo equivale a 15,43236 grani.
[ Stì c. . . . .i de’ inglesi con i loro piedi e libbre e miglia . . . . ]

7. Inserimento della palla

L’inserimento spinge il proiettile nella bocca del bossolo che ora è leggermente svasato (vedi punto 5. qui sopra), fino a raggiungere la voluta profondità, che deve tener conto di molti fattori.
Per motivi di sicurezza di cui parleremo più avanti, e per garantire che la cartuccia appena prodotta si possa camerare nella tua pistola, la lunghezza complessiva della cartuccia (OAL, OverAll Lenght) deve rientrare nelle dimensioni standard specifiche per quel calibro.

Useremo il 3° die (bullet seating die) per inserire la palla nel bossolo, affondandola alla corretta altezza.
In molti casi (arma corta) la matrice ha quasi sempre anche un opportuno restringimento che provvede alla crimpatura (al fissaggio del colletto) finale.

8. Crimpatura del bossolo

(ed ev. riformatura finale)
In questo passaggio, si ri-schiaccia il bordo del bossolo, andando a stringere, a bloccare, la palla appena inserita.
Ricordi prima quando abbiamo aperto un po’ la bocca del bossolo per consentire l’inserimento del proiettile? Questo passaggio riporta le cose alla normalità; anzi, “strozza” un pochino il bordo per bloccare la palla.
Entreremo nel dettaglio più avanti, ma per ora sappi solo che la crimpatura (ovvero la deformazione della bocca del bossolo per bloccare la palla) non è l’unico modo per tenere il proiettile in posizione. Anche la tensione e l’attrito delle pareti interne proiettile/bossolo aiutano in questo.
La crimpatura uniforma il bordo e soprattutto rimuove la campanatura, la svasatura che abbiamo creato per l’inserimento.
Vedremo poi diversi modi di crimpare.
Ma già da qui si comprende come l’orlo superiore del bossolo sia particolarmente stressato: prima è riformato per portarlo alla dimensione originale, poi è allargato per agevolare l’inserimento della palla, poi viene ristretto per bloccare la palla, ed allo sparo viene nuovamente allargato per la fuoriuscita della palla … Queste azioni ripetute sono quelle che in genere causano la “morte” definitiva del bossolo, quando si slabbra o si fessura e non si può più riutilizzare.

La crimpatura la posso eseguire usando le funzionalità del 3° die, oppure con un ulteriore passaggio dedicato alla crimpatura.
Che allora si esegue con una matrice dedicata (factory crimp die) che in genere esegue anche un controllo finale di forma/dimensione (come descritto nella apposita pagina)

9. Ispezione!

Mi piace elencare questo ultimo passaggio, poiché è importante controllare il lavoro fatto.
Ma vi sono operazioni da eseguire anche durante la ricarica.
Ad esempio occorre verificare a campione le dosi di polvere (se usate un dosatore volumetrico).
E sempre a campione verificate la lunghezza della munizione (OAL), nel caso si sia “sregolata” una matrice.

Per me ha anche un senso fare un ulteriore check mentre metto le cartucce finite nelle loro scatole. Cerco di assicurarmi che gli inneschi siano posizionati correttamente e che i proiettili siano posizionati alla giusta profondità.
A parte misurazioni “di fino” a campione, già con l’inserimento nelle apposite scatoline (e con un po’ di esperienza) è facile identificare subito le anomalie.

Le fasi di ispezione sono importanti per la sicurezza e l’affidabilità.
Ovviamente cambieranno i modi ed i tempi di ricarica in base al tipo di pressa che utilizzeremo.

Sembrano molti passaggi, vero?
Può anche essere, ma fortunatamente puoi automatizzarne parecchi pagando. Pagando per l’automazione.
Ovvero, a seconda dell’attrezzatura scelta, molti di questi passaggi possono essere semiautomatizzati in un’unica operazione, grazie alle presse semiprogressive e progressive (che però appunto costano molto più delle presse monostazione).
Ma vedremo anche questo aspetto.

Passaggi per i calibri per arma lunga (bottleneck)

Se vogliamo ricaricare cartucce nei calibri in cui il bossolo ha una forma cosiddetta “a bottiglia” (come la maggior parte dei calibri per fucili), ci sono un paio di passaggi aggiuntivi rispetto a quelli che abbiamo appena visto per i calibri per pistola.

La maggior parte dei calibri per fucili utilizza un bossolo a forma di …. una bottiglia di vino vecchio stile. La parte inferiore, il corpo (body) del bossolo, è grossomodo cilindrica, e quando ci si avvicina al collo (neck) il diametro diminuisce (spalla, shoulder)  per arrivare alla bocca (mouth) al diametro del proiettile.

Questa forma permette di inserire molta più polvere per un dato diametro di palla, senza dover allungare una cartuccia fino a mezzo metro…

Per restare nel semplice, qui evidenzio solo le principali differenze nel processo di ricarica per i due tipi di munizioni.

N.B.: per ragioni di cui diremo nel capitolo dedicato alla riformatura, è necessario lubrificare l’esterno dei bossoli a bottiglia prima di ridimensionarli.
In genere, sia per il tipo di matrice che per la forma del bossolo, quest’ultimo se non lubrificato (leggerissimamente!) potrebbe rimanere bloccato nella matrice di ridimensionamento.
E poi estrarlo è una … seccatura che scomoda tutti i santi del calendario.

Rifinitura della lunghezza (trimmatura)
A causa delle differenze nella forma delle cartucce “a bottiglia”, e come risultato del processo di ridimensionamento, questi bossoli si “allungano” un po’ ogni volta che spari. Ma l’operazione di ridimensionamento (riformatura) agisce sul diametro, non sulla lunghezza.
Per avere delle munizioni funzionanti in modo coerente e costante (ed in particolare se le usate per tiri a lunga distanza, ove contano anche i minimi dettagli), i bossoli destinati alla “precisione” dovrebbero essere tutti della stessa lunghezza (ed ovviamente conformi alle specifiche del calibro).
Prima di iniziare ad inserire i proiettili dovreste misurare esattamente la lunghezza del bossolo ed eventualmente rifilare, tagliare un po’ le estremità del collo per avere lunghezze “come da specifiche”.
Per questa operazione vi sono in commercio diversi attrezzi, manuali o semiautomatici in base agli euri che vuoi spendere.

Smussatura e sbavatura
Quando tagli l’ottone dal colletto dei bossoli (per riportarli a misura), rimarranno dei bordi ruvidi e/o taglienti.
Anche in questo caso ci sono semplici attrezzi per smussare e levigare l’imboccatura del bossolo, rendendo l’inserimento dei proiettili più semplice.

Pulizia del lubrificante
Al termine, sono da rimuovere gli eventuali residui di lubrificazione che potrebbero restare.
In genere è facile eccedere con la lubrificazione. Ma le armi non funzionano al meglio quando le cartucce sono tutte oleose, poiché ciò interferisce con il normale processo di espansione e successiva contrazione della cartuccia nella camera al momento dello sparo.
Con possibile parziale fuga di gas e/o possibile produzione di incrostazioni combuste.

Queste qui sopra elencate sono le principali differenze che caratterizzano il bossolo per arma lunga.
Poi per il resto la ricarica delle cartucce per fucile è quasi la stessa dei calibri per pistola.
Comunque … non preoccuparti, entreremo più in dettaglio su questi passaggi quando tratteremo ciascuna operazione di ricarica.