il calibro .500 S&W magnum
e alcuni particolari fenomeni
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Vi sono calibri molto “delicati” sia per la ricarica, che per come si comportano allo sparo.
Come ad es. i grandi calibri S&W .460 e .500.
Che per un revolver sono veramente grandi calibri!
Una breve storia della nascita dei revolver S&W .500 la trovate a questo link.
Qui di seguito provo a riassumere le specifiche di questi 2 calibri.
La munizione .500 S&W Magnum (o anche 12,7×41 mm, per dirla all’europea ) è una cartuccia “rimmed” calibro .50; ovvero con proiettile di ½ pollice (12,7 mm) di diametro. Ed una lunghezza totale di 58,4 mm (da limitare a 57 mm se si intende usarla su altri revolver non S&W, come ad es. i Taurus).
E’ stata sviluppata dalla Cor-Bon (Sud Dakota) in collaborazione con il team di ingegneri della Smith&Wesson dedicati al progetto “X-Gun”, per l’uso nel telaio X.
E’ stata precisa direttiva della S&W di non superare gli 0,5 pollici per non entrare in conflitto con il National Firearms Act, e di conseguenza per non essere soggetti a tutta una serie di limitazioni.
L’ X-Frame è stato presentato allo Shot Show di Las Vegas nel febbraio del 2003, con i modelli 460 e 500
Nello stesso periodo iniziò anche lo sviluppo di una munizione di potenza “simile” al .500, da utilizzare sempre nello stesso telaio (X-Frame), ma con caratteristiche “diverse”: un proiettile di dimensione leggermente inferiore, ma con un maggior sviluppo del bossolo in lunghezza, per contenere un equivalente dose di carica. E si decise di utilizzare lo stesso diametro del .454 Casull, del .45 Colt e del . 45 Schofield, ovvero una palla da 0,452″ (11,5mm).
Il tutto per generare una potenza “equivalente” al fratellone .500, compensando con la maggiore velocità la palla più piccola (energia = massa x velocità)
Per evitare ulteriori sigle legate al calibro .45, si decise di chiamarla .460, anche se la palla era/è da 0,452″
Non è chiaro (almeno per quel poco che ho cercato io) se anche questo sviluppo è stato fatto da Cor-Bon o se è stato “interno” a S&W. Fatto sta che il revolver .460 fu presentato assieme al fratello .500, ma in realtà il munizionamento non fu disponibile prima del 2005.
Obiettivo dichiarato della munizione .500 S&W Magnum era “essere la cartuccia per pistola più potente” all’epoca, e se possibile anche “in seguito” ( come specificò Herb Belin, il product manager di S&W ).
E per altro doveva anche essere in grado di “abbattere” tutte le specie di selvaggina nordamericana (in ciò si intendevano inclusi bisonti e orsi!).
Più o meno le stesse ambizioni dovevano essere obiettivo anche della .460
Elemento importante da considerare al momento della presentazione: erano (e sono) in commercio altre munizioni per pistola, anche più potenti, come ad es. il .500 Bushwhacker; ma sono disponibili solo su richiesta, in pochissimi numeri, ed in armi da fuoco personalizzate.
Mentre la .460 e soprattutto la .500 S&W è una munizione “di produzione”, acquistabile in armeria (come il relativo revolver).
Nota curiosa (o triste!): in Italia arrivò con più di 10 anni di ritardo nonostante Bignami avesse già avviato le pratiche d’importazione. Perché … un azzeccagarbugli qualunque della “Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi” (e non sono riuscito a risalire al firmatario di questo documento) definì le armi “non catalogabili” per il loro “rilevante rapporto tra potenza e occultabilità” !!
Perchè è ovvio a tutti che questi cannoni sono ideali per il porto occulto !!
Importantissimo fu lo sviluppo congiunto del revolver X-Frame da parte di S&W, e lo sviluppo della munizione da parte della Cor-Bon. I due elementi furono “pensati” subito assieme, e furono messi a punto “assieme”.
Ciò generò un eccellente prodotto, nonostante i ridottissimi tempi di sviluppo (10 mesi dal progetto al lancio!), e nonostante le notevoli sollecitazioni in gioco.
Considerate che il .500 S&W Magnum ha una pressione massima di esercizio di 60.000 psi (più di 4.100 bar). E alcuni caricamenti del .460 arrivano a 4.500 bar !
I tamburi del revolver S&W Model 500 sono progettati (dicono) per resistere al 50% di sovrappressione. I normali test di carico di prova vengono eseguiti al 20% di sovrappressione (e comunque sono pur sempre 5000 bar !).
Le palle standard per il .500 partono dai 325 gr (con velocità medie di uscita di 550 m/s), 400 gr (ca. 500 m/s) e 440 gr (495 m/s). In commercio si trovano munizioni con palle fino ai 740 grani (quasi 48 grammi ! Superiore ad una palla del calibro 12) che escono a 370 m/s.
Prestazioni simili anche per il .460 che però in alcuni casi si trova con palle anche da 250, 265 e 275 gr; in questo casi si può attingere ai caricamenti per il .454 e per il .45.
Infatti il revolver S&W 460 può sparare anche munizioni .454 Casull e .45 Colt; un po’ come sul .357 che può sparare anche il .38. Ovviamente non è possibile il contrario: il lunghissimo bossolo del .460 non entra nei tamburi per il .45 e per il .454
Mentre il .460 rende meglio con palle di peso “medio”, il .500 S&W Magnum dà il meglio di sé se utilizzato con proiettili più pesanti, in particolare quelli con pesi da 400 a 500 gr. Questi proiettili sono spesso posizionati in modo da sfruttare la massima lunghezza ammessa (OAL) per sfruttare l’intera lunghezza del cilindro, massimizzando la capacità di polvere che il bossolo può contenere (a volte si devono inserire 46 grani di polvere!).
Diversi produttori attualmente producono la munizione S&W .500 Magnum con proiettili ad alte prestazioni che erogano 4.100 J di energia alla volata su canna standard da 8.375 pollici (8″ 3/8). Siamo su livelli paragonabili al .45-70 Government.
Alcune ulteriori precisazioni per il .460
Se vogliamo semplificare, la munizione .460 S&W (o anche 12,7 x 46 Rimmed Magnum ) è una versione allungata (bossolo da 46mm) e più potente del .454 Casull (molto popolare negli USA), che a sua volta è una versione più lunga e più potente del .45 Colt (che alcuni continuano a chiamare “Long Colt”). Per questo motivo il .460 S&W Magnum è stato spesso chiamato “super magnum”. Di conseguenza, le armi da fuoco che possono sparare il .460 S&W sono solitamente in grado di sparare anche i meno potenti .454 Casull, .45 Colt e .45 Schofield.
Come già detto, l’eccessiva lunghezza del bossolo del .460 ne impedisce il caricamento sui revolver .45 Schofield, .45 Colt e .454 Casull (e comunque le pressioni in gioco sono mostruosamente superiori).
Smith&Wesson, tanto per restare in tema di record, afferma che la munizione .460 S&W è la cartuccia per revolver più veloce al mondo, dato che con alcune combinazioni può lanciare proiettili (da ben 0,45″) fino a 734 m/s.
La cartuccia .460 raggiunge velocità così elevate perchè può operare spinta da pressioni della camera di quasi 4500 bar ! Sono pressioni normalmente riservate alle cartucce per fucili magnum.
Considerate che il tamburo del 460 è lo stesso del .500; però essendo le camere leggermente più piccole (ci sono ca. 1,2 mm in più di metallo per lato) può meglio sopportare un incremento di pressione rispetto al fratello maggiore.
Aggiungiamo che quando si sparano munizioni Colt .45 con la Smith&Wesson 460, il rinculo è paragonabile ad un calibro 9 o .38; perchè il notevole peso dell’arma (oltre 2 Kg), ne agevola la stabilità.
La ricarica del .500 e del .460
La ricarica del .500 S&W (ma vale anche per il .460) non presenta particolari problemi pratici, dal momento che si svolge in maniera analoga a quella di qualsiasi altra munizione.
Dosi polvere a parte: fa impressione mettere 45 grani di polvere, soprattutto se abituati ai 5 grani del 9mm …
E dovete verificare se questi bossoloni non mettono in crisi la pressa che state usando; come dimensioni, come sforzo di riformatura, e come sforzo di crimpaggio.
Vanno però fatte alcune precisazioni importanti.
La prima riguarda la scelta degli inneschi. Storicamente queste cartucce sono state sviluppate per inneschi di tipo large rifle standard (LR).
Si trovano però moltissime note (anche dei produttori di polveri) che spiegano come non ci siano problemi di combustione in climi caldi e secchi, mentre invece ve ne potrebbero essere in climi freddi e umidi o, comunque, a basse temperature. Pertanto è necessario verificare e fare un po’ di prove (inizialmente con caricamenti al minimo), e nel caso si noti una “scadente combustione” (ad es. con molta polvere incombusta), il consiglio è di ricorrere ad inneschi di tipo large rifle magnum (LRM) come i CCI-250 o i Federal 215.
Altra precisazione: sembra (non è certo) che la munizione .500S&W sia stata sviluppata usando la polvere Hodgdon H110; superlativa anche per la eccellente dimensione (finissima) e scorrevolezza, che però da noi non è di facile reperibilità. Un prodotto similare e più facilmente recuperabile è la Vihtavuori N110; e nelle tabelle Vihtavuori da un po’ di anni sono indicati diversi dosaggi anche per questi 2 calibri.
Descriviamo invece il fenomeno noto come “arresto di palla” (o “doppia accensione” come indicato da alcuni).
Un fenomeno che si verifica con elevati calibri di palla (o meglio, elevati almeno rispetto alle dimensioni del bossolo).
E’ importante comprendere bene tutto l’impianto di questa munizione, specialmente per il calibro .500
Il bossolo del .500 è molto capiente.
E la palla, con il suo diametro di 12,7mm, provoca una importante variazione di volume per ogni minimo movimento. Cioè un proiettile da 1/2 pollice, quando si sposta anche di poco, libera un (relativamente) grande volume. E questa variazione di volume provoca di conseguenza una altrettanto grande variazione di pressione.
Con il termine “arresto di palla”, si intende quella particolare condizione termobalistica in cui, al momento della percussione e conseguente accensione dell’innesco:
- la polvere collocata in prossimità del foro di vampa comincia ad accendersi
- la pressione interna al bossolo comincia a salire (la crimpatura trattiene la palla)
- il proiettile comincia a spostarsi in avanti (spinto dalla pressione, che vince sulla crimpatura)
- lo spostamento in avanti del proiettile (di grande diametro) fa variare “di molto” il volume a disposizione della combustione; ciò fa scendere bruscamente la pressione interna al bossolo
- la combustione rallenta bruscamente fino quasi ad interrompersi (ricordate che la polvere brucia correttamente in presenza di elevate pressioni; a pressioni basse fatica a bruciare bene)
- il proiettile a cui viene a mancare la spinta, si blocca al primo ostacolo, ovvero generalmente all’altezza del cono di forzamento o all’inizio della rigatura
- il blocco del proiettile, che è incastrato nel cono di forzatura o all’inizio della canna, fa aumentare la pressione, e così la combustione riprende con vigore
- la pressione torna a salire
- di conseguenza anche la combustione accelera, aumentando la pressione e spingendo nuovamente il proiettile che ricomincia a muoversi
- la combustione generalmente procede lanciando il proiettile fuori dalla canna
Il fenomeno sopra descritto, normalmente richiede poche frazioni di secondo; ma in alcuni casi può arrivare a svolgersi in tempi dell’ordine di un secondo !!
Questo succede se si è ricaricato in modo “non perfetto” questa grossa munizione.
In alcuni casi, al momento della caduta del cane, si sente un rumore cupo cui segue subito dopo la cannonata della combustione.
Vi sono casi in cui al momento della caduta del cane non si sente nessun rumore, e solo dopo alcuni istanti si può avvertire palesemente il boato della combustione vera e propria.
Quando la partenza del colpo si verifica con un simile ritardo, nei casi più fortunati il tiratore finisce con il perdere il controllo del revolver, perchè dopo il rilascio del grilletto c’è in genere un certo “rilassamento”.
Nei casi peggiori si possono riportare danni alla propria persona (in genere ci si prende il revolver in testa) o anche all’arma.
Quando si verifica un arresto di palla, la cosa fondamentale è tenere l’arma ben salda e puntata verso il bersaglio. Non bisogna cedere alla tentazione di compiere gesti irrazionali come puntare l’arma in una direzione non sicura, tentare un’osservazione ravvicinata dell’arma (sig !), aprire il tamburo, …
Quando si verifica questo brusco mutamento della velocità di combustione della polvere, in genere ho una combustione irregolare della polvere, con produzione di feccia di combustione (cioè i residui neri di carbonio), ed anche di un quantitativo più o meno elevato di polvere incombusta o parzialmente combusta.
Per evitare questi fenomeni è necessario:
- crimpare sempre in maniera decisa la cartuccia dopo avere inserito la palla (come detto, una crimpatura decisa può ridurre la vita dei bossoli, ma è una condizione essenziale per una regolare combustione della polvere)
- usare SOLO inneschi adeguati (Large Rifle o Large Rifle Magnum)
- non usare MAI palle sottocalibrate
- usare SOLO palle con solco di crimpatura netto e preciso, verificando che la crimpatura sfrutti tutto il solco
- evitare (nel .500) di utilizzare palle di peso inferiore ai 350 grani
- usare SOLO bossoli robusti e con spessore adeguato, evitando il più possibile i bossoli di pessima qualità o con le pareti eccessivamente sottili
- evitare bossoli danneggiati o fessurati, soprattutto a livello del collo
- usare SOLO bossoli della stessa lunghezza, così siete certi che la crimpatura (che eseguite con il dies pre regolato) sia omogenea per tutto il lotto di ricarica.
Una ulteriore specifica per la crimpatura: varie fonti bibliografiche hanno suggerito l’applicazione di una duplice crimpatura anche per il .500 S&W Magnum. In altre parole, mentre nelle cartucce da revolver tradizionali applichiamo quella che viene definita “roll crimp” (una sorta di orlatura), stando ad alcune fonti USA il bossolo del .500 S&W Magnum andrebbe prima sottoposto ad una orlatura del colletto (roll crimp), e poi sottoposto anche ad una rastrematura del colletto (taper crimp).
Lo scopo di questa duplice crimpatura è proprio quello di regolarizzare la combustione, impedire movimenti prematuri della palla durante lo sparo, impedire che il potente rinculo possa causare degli spostamenti delle palle inserite nelle munizioni che si trovano nel tamburo (cosa che potrebbe causare anche degli inceppamenti).
Ricordiamo che una pressione di esercizio media di 4200 bar (420 MPa), è una pressione “…del tutto fuori della norma…” per un’arma corta!