Colt model 1877 e 1878

Colt model 1877 e model 1878

La Colt sin da prima del mod. 1873 aveva iniziato a pensare e progettare diverse soluzioni per realizzare un revolver anche in doppia azione. Testimonianza ne sono i numerosi brevetti depositati nel 1857, che dimostrano anche la dinamicità di chi aveva preso le redini dopo il geniale Samuel Colt.
E al lancio della 1873, in Colt avevano già provato diverse soluzioni (e prototipi) per arrivare alla produzione di un revolver in doppia azione; sempre basandosi sui progetti del prolifico William Mason, molto tempo prima che se andasse in Winchester.

Però proprio la filosofia di Samuel Colt contunava a condizionare le decisioni aziendali.
Samuel Colt aveva sempre ritenuto che le doppie azioni (come un po’ tutte le armi “autoarmanti”) mancassero di precisione, portassero a sprecare munizioni, e fossero comunque più fragili e soggette a guasti e/o inceppamenti.
Dopo la guerra civile americana, l’esercito degli Stati Uniti iniziò ad apprezzare maggiormente la robustezza e la precisione, soprattutto perchè combatteva prevalentemente contro i nativi americani in rapidi scontri in stile guerriglia. E qui il Single Action Army di Colt era una garanzia di affidabilità, robustezza e precisione.
Al contrario, gli eserciti europei che prevedevano estesi scontri tra truppe, volevano armi di grosso calibro, che potessero sparare rapidamente, preferendo grandi volumi di fuoco.
Dobbiamo anche considerare che il successo della SAA è stato motivato proprio dalla sua robustezza ed affidabilità rispetto ai concorrenti; concorrenti che a volte erano anche superiori in alcune caratteristiche, ma magari meno robusti o meno affidabili, o più difficili da riparare.

Dopo la scadenza di uno dei brevetti del 1857, diversi concorrenti iniziarono a produrre revolver a doppia azione; soprattutto in Europa (e Colt poteva monitorare direttamente il mercato europeo tramite la filiale di Londra).
Ma in Colt continuarono a puntare sulla SAA.
Ed a ragione, perchè i primi double action della concorrenza non erano ancora in grado di competere con il solidissimo 1873.
E perchè comunque il 1873 continuava a reggere benissimo nel mercato USA anche come numero di vendite; ormai aveva un mercato talmente vasto che di fatto ne autoalimentava il successo (ricambi, modifiche, calibri, ecc. ecc., per il SAA si trovava di tutto ed in ogni luogo).

Incalzato dal mercato, e incalzato dai distributori, dopo 20 anni dalla scadenza dei brevetti, nel 1877 Colt decise di lanciare (un po’ in fretta) il suo primo doppia azione, dato l’avanzare della concorrenza inglese.
E lanciarono il model 1877.
Un SAA molto rimpicciolito, con l’aggiunta della doppia azione e di un diverso sistema di blocco del tamburo (Ahi ahi ahi !)

Qui sopra una paio di model 1877.
In alto in calibro .41, canna da 4,5″ con espulsore sottocanna.
In basso un calibro .38, canna da 3,5″ e senza espulsore.

Il revolver Colt model 1877 Lightning (a volte confuso con il fucile a pompa Lightning del 1884) fu la prima pistola a doppia azione della Colt, lanciato nel 1877 per competere con i revolver britannici Webley che dal 1873 erano importati negli USA, e che stavano guadagnando popolarità.

La Webley era una pistola a doppia azione con una canna da 2″, che poteva camerare 5 colpi calibro .44 center fire. Fu apprezzata perché era tutto sommato affidabile, occultabile (era un 2″) e relativamente economica rispetto a Colt o a Smith&Wesson (costava un terzo!); e soprattutto era “auto-armante”, in cosiddetta doppia azione.
Perciò, dopo il successo del Single Action Army, il mercato si aspettava che anche i nuovi revolver Colt fossero “self-cocker” (diciamo impropriamente che dovevano essere doppia azione, “auto armanti”).

Il progetto originario del M1877 è sempre basato sul lavoro di William Mason, uno degli inventori del Single Action Army (M1873). Ed è stato un primo tentativo di Colt (forse un po’ frettoloso), per anticipare la rivale Smith&Wesson con un prodotto “double action”. Smith&Wesson che solo nel 1881 riuscì a presentare l’eccellente “double action first model”.

In effetti, se prendiamo un Single Action Army, lo riduciamo del 20%, quindi rimodelliamo l’impugnatura come bird’s head (sulla falsariga del SAA Bisley), mantenendo l’alloggiamento dell’asta di espulsione ed il portello di caricamento a scatto, otterremo il design di base del Colt model 1877 o, come inizialmente catalogato, del “Colt’s Double Action, Self-Cocking Central Fire Revolving Pistol”.
E … bisogna dire che il risultato “estetico” non fu proprio il massimo (anzi, era bruttino!); con quell’impugnatura bird head (che forse piaceva solo agli inglesi) ed un aspetto che fu definito “europeo” (c’è infatti un richiamo al Bisley nella linea) … insomma, non piacque.
L’estetica “particolare” fu bilanciata solo dalla contenuta dimensione, che ne agevolò l’adozione come arma di riserva, di backup.

Qui sopra un M1873 (in alto) ed un M1877 (in basso)

Il Colt Model 1877 Lightning Revolver quando fu lanciato, era proposto al prezzo di $ 15 (in quel periodo con la stessa cifra si potevano comperare 3 (tre) revolver Webley!), e camerava 6 colpi in .38 Long Colt, o nel meno diffuso .32 Long Colt; poco dopo fu aggiunto anche il .41 Long Colt.

Qui sopra le munizioni .32, .38 e .41; ed a destra il classico .45

Da notare che durante tutto il periodo di produzione, il model 1877 non fu mai classificato per poter sparare cartucce caricate con polvere infume; infatti anche negli ultimi anni di produzione (è stata prodotta fino al 1909 e venduta fino al 1912), quando ormai le cartucce erano tutte per polveri infumi, nelle scatole di queste armi era stampato l’avviso “NON ADATTO PER POLVERE SENZA FUMO”. Diciamo che tutti i revolver Colt modello 1877 dovrebbero essere considerati revolver per sole cartucce caricate a polvere nera.

Questi revolver ovviamente potevano anche camerare le versioni “corte” di queste cartucce (calibri .32, .38 e .41).

La lunghezza delle canne proposte “di serie” andava da 2″ a 3½” senza espulsore, e da 4½” a 7½” con espulsore (in realtà le canne da 7″ e 7½” erano su ordinazione).
I modelli senza asta d’espulsione erano dotati di un perno del cilindro con una testa più lunga, zigrinata (vedi immagine qui sotto); questa asta veniva sfilata “al volo” e si poteva utilizzare per espellere i bossoli usati spingendoli fuori dallo sportellino di carico.

Le finiture proposte erano brunite o nichelate, con guancette in guttaperca o palissandro zigrinato; a richiesta si potevano ordinare guancette in madreperla o in avorio, oltre ovviamente a diversi tipi di incisioni.

Per motivi di … marketing, uno dei maggiori distributori di Colt (B. Kittredge & Co.) assegò a ciascuno dei Model 1877 un proprio “nome” in base al calibro: la .38 Colt era The Lightning; in calibro .41 era The Thunderer; e la .32 Colt era The Rainmaker (ne furono prodotte poche, e per questo è abbastanza rara). Questi nomi non sono mai stati usati ufficialmente dalla Colt, ma sono presto diventati il termine comune per indicare queste armi.

(N.B.: quando poi fu presentato il mod. 1878, la versione in calibro .45  venne chiamaa “Omnipotent“. Il maggior distributore Colt negli USA, Kittredge, ordinò anche 154 modelli 1878 con la scritta “OMNIPOTENT” incisa ad acido – stile Six Shooter – sulla canna. Ovviamente questo sono rari e ricercati.)

Qui sopra una pubblicità del 31 agosto 1878
Da notare che questo modello era proposto a 25$, una cifra altissima per l’epoca.

Sfortunatamente, il modello 1877 era meccanicamente complicato; a parte i rinvii e le astine per collegare il grilletto al cane, i veri problemi erano nelle molle, in particolare quelle che regolavano il rientro del grilletto. Queste tendevano a consumarsi nel bordo che appoggia al grilletto, finchè o si rompevano o perdevano tensione. E ti ritrovavi tra le mani una single action.
Per altro, derivando dalla SAA, ma essendo stata immessa nel mercato un po’ … di fretta, la M1877 era dotata come il M1873 di un cane a tre posizioni, il perno sfilabile per il tamburo, e lo sportellino laterale di caricamento; ma tutti rimpiccioliti rispetto al M1873. E forse troppo rimpiccioliti; forse poco dimensionati nel loro insieme.

Infatti, già l’anno successivo uscì il model 1878, in pratica un M1877 “ingrandito”, praticamente con le stesse dimensioni del SAA M1873, e con le opportune modifiche (e disponibile nei grossi calibri più richiesti).
Anzi, era utilizzata la stessa canna, lo stesso alloggiamento espulsore e  lo stesso tamburo del SAA (in Colt addirittura si usarono i tamburi del 1878 come ricambi per il 1873).

Qui sopra un model 1878 in .45

La particolarità di questa serie di revolver è il sistema di blocco del tamburo (diciamo il meccanismo che tiene in linea la camera del tamburo con la canna).

Nella Colt 1877 è stato usato un modo … originale di bloccare il tamburo durante lo sparo.
Praticamente tutti i revolver usano un dente di blocco del tamburo che sporge dalla parte inferiore del telaio verso l’alto, e si incastra in una delle cave presenti sul bordo esterno del tamburo. Questo “blocco” assicura che la camera sia ben allineata con la canna, e non si muova durante lo sparo.
Nella Colt 1877 il principio è lo stesso (un aggancio in una cava del tamburo) ma in un diverso punto: il fermo del cilindro sporge dalla parte posteriore del telaio, dietro lo scudo del telaio, e si aggancia a tacche presenti sulla faccia posteriore del tamburo, a lato delle camere di cartuccia.
Notate infatti sulle foto che sul perimetro esterno del tamburo non vi sono le tacche per il blocco rotazione ! come vedete invece su tutti i revolver.


Qui si vede il dente di blocco che sporge dallo scudo.

Questo meccanismo non è così fragile come sembrerebbe, ed anzi offre un blocco “granitico” al momento dello sparo.
E’ un sistema eccellente se messo bene a punto; ma … non era facile tenerlo efficiente, e non erano cose che si potevano fare facilmente in un qualsiasi bivacco o in una qualsiasi piccola cittadina. Serviva del tempo ed una certa attenzione.
Il sistema di blocco era poi troppo esposto alle sporcizie dei residui dello sparo (ricordiamo che si usava polvere nera!), e questo andava ad influenzarne il corretto posizionamento.
Anche le tacche nel tamburo potevano riempirsi di residui ed impedire un perfetto aggancio. Ma il “non perfetto” aggancio causava un errato lavoro del fermo che nel tempo si usurava precocemente.
E sforzando, usurava precocemente un lato di appoggio di una mollettina … 
una mollettina di ricambio specifica, che non era la classica spirale, e perciò non era facile ricavarne una “al volo” quando serviva.

Qui sotto si vede bene (grazie al Colt forum) l’astina di fermo tamburo con la mollettina che la tiene iin posizione.
La mollettina ha anche un altra lama più lunga che si aggancia al grosso perno del cane.

Qui invece dal lato destro si vede la mollettina (sempre a due lame) avvitata sul grilletto e che comanda un rientro del braccetto di rotazione e un fermo del cane.

In seguito, a partire dal model 1878, è stato variato questo schema usando una molla diversa (parte n. 17 dell’esploso qui sotto).
E poi … decisero di abbandonare questo schema, rifacendo completamente il telaio e utilizzando il classico blocco tambuto inferiore collegato al grilletto.


Insomma, questo schema di funzionamento, pur se innovativo, non era semplice e robusto come invece era il 1873.

In realtà non sono documentati molti casi di errato allineamento, ma data la caratteristica di affidabilità del marchio Colt (ed il prezzo superiore alla concorrenza) non si potevano perdonare questi difetti.

In molti testi si trova la seguente sintesi: “… chiunque abbia avuto modo di lavorare su queste Colt, potrà testimoniare la complessità e la delicata regolazione del meccanismo“.
Circolò anche un soprannome per questo M1877: “the gunsmith’s favorite” (il preferito dell’armiere, perchè era frequente dover ricorrere alle cure di un buon armaiolo)

Per altro i modelli 1877 hanno incontrato il favore di personaggi illustri come John Wesley Hardin e William “Billy the Kid” Bonny.
Si dice che anche Doc Holliday portasse un “Thunderer” nichelato alla cintura, come arma di riserva alla sua Colt Single Action Army.
Inoltre molti lotti sono stati ordinati dai dipartimenti di polizia e dalle compagnie di trasporto.
In totale, dal 1877 al 1909 sono stati realizzati 166.849 revolver.
Tra civili e destinati a militari, ne furono prodotti poco più di 50mila (fino al 1907).

Per questo model 1878 (foto sopra) il problema è stato trovare una molla originale o comunque una molla dell’epoca da adattare.
Il risultato è che … funziona, ed effttivamente il blocco del tamburo allo sparo è … granitico.
Questo pezzo fa parte di un lotto spedito a Londra nel 1883.