la guerra …

E guerra fu …

Il 12 aprile del 1861, alle 4,30 del mattino, il soldato confederato Georges S. James tira la prima granata della guerra di Secessione.
I cannoni di Fort Johnson, nella Carolina del Nord bombardano Fort Sunter occupato da una guarnigione Yankee.

Da un anno, Colt fabbrica un nuovo modello, il «New Army 1860», di calibro 44.

Questo revolver, più elegante dei precedenti, ha un meccanismo analogo, eccetto la leva d’incastonatura che appoggia sulla canna tramite una specie di cremagliera. Esso unisce la potenza del «Dragoon» all’eleganza del «Navy». Equipaggerà gli eserciti dell’Unione.
Gli archivi dell’Ordinanza dell’Artiglieria parlano dell’acquisto di 129.730 esemplari di questo modello al prezzo di 17,67 dollari al pezzo, che comporta la bella somma totale di 2.296.112,49 dollari. Ma queste cifre ufficiali non tengono conto dell’elevato numero di armi comprate direttamente da ufficiali o da civili del Nord.
Per vie traverse, un certo numero di queste Colt «New Army» arriveranno anche nelle mani dei confederati.

La guerra di Secessione fu la prima guerra totale dell’epoca contemporanea; per la quantità di mezzi utilizzati, per la mobilitazione di tutte le energie e di tutte le passioni dei popoli opposti, infine per l’abolizione della distinzione tra civili e militari. E vede trionfare il revolver.
Le armi di Samuel Colt monopolizzano praticamente il mercato americano.
Il loro solo serio concorrente è il revolver Remington modello 1858.

Qui sopra un Remington 1858; notare il telaio “chiuso” superiormente, caratteristica in seguito richiesta per tutte le nuove forniture anche a Colt (che portò al modello 1873)

Il governo dell’Unione farà una importante passo: i generali confederati Forrest e Morgan sopprimono completamente l’uso della sciabola nelle unità affidate ai loro ordini.
Forrest utilizza la carabina Enfield per i combattimenti a terra ed il revolver per quelli a cavallo. Morgan, equipaggia i suoi uomini soltanto di revolver. Ogni cavaliere deve possederne almeno due.

In realtà, come molti fuorilegge, ne hanno quasi sempre quattro od anche sei, due nel cinturone e quattro nelle fondine da sella. Ciò conferisce evidentemente una potenza ed una rapidità di fuoco fantastica a breve distanza. Le Colt «Dragoon» o «Army 1860» calibro 44 e, in minor misura, i «Navy» calibro 36, sono precisissime fino ad una distanza di cento metri (per un tiratore addestrato).
In più, ogni cavaliere riceve un calcio amovibile capace di trasformare il revolver in una piccola carabina. Così è possibile mirare con più precisione nel combattimento a terra.

È curioso constatare che in Europa nello stesso periodo, il revolver non avrà la stessa considerazione nella cavalleria. Nondimeno, nel 1870, quando il Governo Francese di Difesa Nazionale compra, in tutta fretta, le armi disponibili sul mercato mondiale, saranno importate diciassettemila Colt «Army 1860». Parecchie di esse sono ancora negli arsenali francesi.
Per tutta la durata della guerra di Secessione, il Nord compra circa 750.000 revolvers fabbricati sul suo territorio e la maggior parte sono Colt. Il Sud, meno ricco e sprovvisto di industrie metallurgiche ne compra circa 250.000, per la maggior parte di fabbricazione straniera. Tra questi figurano copie di revolvers Colt inglesi o belgi, marcati «Brevetto Colt», «Colt Patent» o «System Colt».
Sotto il comando del generale Josiah Gorgas, la Confederazione riesce a produrre un certo numero di revolvers, malgrado le enormi difficoltà dovute alla penuria di mano d’opera e di materia prima. Questo revolver confederato è un clone della Colt «Old Model Navy» del 1851, calibro 36, con tamburo a sei camere. Tuttavia, la maggior parte di questi revolvers, contrariamente al «Navy» non hanno una canna ottagonale, ma una canna rotonda. Alcuni hanno una doppia chiusura e la corona del tamburo è ornata di dodici tacche.

Più la guerra continua, più si fa sentire nel Sud la mancanza di materia prima.
Alcuni revolvers confederati, infatti, sono fabbricati con una carcassa di rame; soltanto la canna, il tamburo e l’acciarino sono di acciaio. Il ponticello è più fine, per economizzare il metallo. È evidente che queste armi sono molto fragili. Sono abitualmente marcati C.S.A. (Stati Confederati d’America) sulla parte superiore del rinforzo della canna. Portano una numerazione su parecchi pezzi e spesso il nome di una delle armerie ed arsenali della Confederazione: George Morse, Leech e Ridgon, Cook e Brother, Griswold e Gunnison, Rigdon-Ansley, Colombo Firearms Manufacturing Company, Confederate Machine Works, Schneider e Glassick, Palmetto Armory, Spiller e Burr, ecc., ecc. 

Questi revolvers confederati sono molto rari, e oggi molto ricercati dai collezionisti.

Qui si inserisce anche una vecchia ambizione di Colt: onorato di servire il suo paese, vuole a sua volta essere un “soldato”; aggiungere alla sua gloria di industriale, quella dell’uomo di guerra. Egli si offre di arruolare un reggimento e di equipaggiarlo a sue spese con le sue carabine a tamburo e con i suoi revolvers.
Nel maggio del 1861, è nominato colonnello del I° Connecticut Revolvig Rifles. Però il governo ritiene (a ragione) che il colonnello Samuel sarebbe molto più utile alla testa della sua fabbrica di armi.
Il suo mandato gli viene ritirato ma può avvalersi del titolo di Colonnello (che per altro usava già da anni nei suoi viaggi all’estero).
Va ricordato che già nel 1854 aveva acquistato il grado onorifico di «Maggiore Comandante» della First Troop of Governor’s Borse Guards del Connecticut.
E nel 1858 era diventato maggiore-comandante dell’unità Falange Putnam.

Durante l’estate che precede la guerra civile, noleggia un piccolo battello a vapore per una crociera in compagnia della moglie, lungo le coste della Nuova Inghilterra.
Poco tempo dopo il suo ritorno, perde la figlia minore.
Il dolore lo trova impreparato; abbandona la fabbrica, gli uffici, i laboratori dove ogni giorno andava ad “inventare” qualcosa.
Anche se la guerra di secessione sembra ridargli una parvenza di forze, Samuel Colt si presenta sulla diga di Hartford, nella sua fabbrica, sempre più magro, stanco e visibilmente invecchiato; è sempre sostenuto dal suo amico Elisha Root.
Sembra però che il suo fisico sia minato in profondità, ed il 10 gennaio del 1862, Samuel Colt muore a soli quarantotto anni.