i nuovi revolver …

I nuovi revolver …

Nel 1862, alla morte di Samuel Colt, il revolver a capsula (o revolver a percussione) è quasi del tutto perfezionato. Ma questa arma meravigliosa è di fatto quasi sorpassata.
Dal 1850, l’armiere parigino Casimir Lefaucheux fabbrica un revolver «poivrière» a cartuccia metallica a calibratoio, del quale aveva fatto brevettare il principio quattro anni prima.

Utilizzava uno “spillo” con relativa capsula d’accensione, incorporato nel fondo della munizione.

Era ancora un sistema costoso e poco pratico, ma … era sufficiente a dimostrare la validità di tale direzione. Ovvero l’adozione di una munizione pre-assemblata, pronta all’uso.
La superiorità di un’arma che utilizza la cartuccia metallica, rispetto a quella che si carica attraverso la bocca dell’arma (avancarica, anche se pre-confezionata), è evidente: rapidità di ricaricamento, sicurezza, funzionamento più sicuro, impermeabilità ….
In un combattimento, la ricarica del revolver a capsula è un problema “sentito”; il che ha portato frequentemente a vedere diversi soldati (e non solo) dotati di due, quattro, perfino sei o anche otto revolvers !

Certamente le cosiddette “cartucce combustibili” avevano agevolato di molto il ricaricamento dei revolvers a capsula. Queste “cartucce combustibili” erano formate da un involucro di carta (una specie di sigaretta) contenente la dose di polvere, e fissata al fondo della pallottola.

Questa soluzione permetteva di avere di fatto un “kit di ricarica” per ogni nuovo colpo.
Però questa soluzione richiedeva sempre una “delicata” fase d’introduzione delle capsule sulle bocche; operazione spesso problematica se ad es. le dita erano intirizzite dal freddo, o agitate dall’emozione. E spesso dopo l’esplosione lasciavano qualche residuo sempre pronto ad incastrarsi tra il tamburo ed il fusto.

Una soluzione altrettanto diffusa (ma costosa) era di avere un certo numero di tamburi già caricati e pronti per essere sostituiti velocemente (la sostituzione del tamburo era un’operazione rapida sui modelli di revolver del periodo).

Chiaramente una cartuccia metallica elimina tutti questi inconvenienti.
E’ molto facile soprattutto in battaglia, espellere i bossoli vuoti e mettere in ogni camera una nuova munizione.
E Samuel Colt non poteva ignorare questa invenzione rivoluzionaria.

Casimir Lefaucheux espose le sue prime «poivrières» all’esposizione universale di Londra nel 1851, la stessa che rese omaggio al grande armaiolo americano.
Sembrava che Colt, tutto preso dal suo trionfo, ignorasse l’invenzione del francese. Ma in realtà cercava solo di capire come trasformare “in prodotto” queste idee.

Alcuni anni più tardi, il 3 aprile 1855, un certo Rollin White fa registrare negli Stati Uniti un brevetto con il numero U.S. Patent 12648.
E non è la prima volta.
Ha già depositato dodici brevetti per il miglioramento delle pistole e dei revolvers.
A trentotto anni, Rollin White non è ancora riuscito a “sfondare”. È lontano dalla genialità (non solo tecnica) di Colt. Il revolver descritto da questo brevetto comporta un tamburo forato da parte a parte; le camere sono caricate “dal di dietro” con una cartuccia di cartone, rinforzata da uno stoppaccio di feltro traforato da un buco. È attraverso questo buco che il fuoco deve essere comunicato alla carica da una sola bocca posta sulla carcassa dell’arma e alimentata sia da capsule classiche, sia da un nastro di inneschi come quello di Maynard.
Rollin White sa che Samuel Colt è sempre attento alle invenzioni che possono migliorare la sua produzione. E perciò prova a bussare alla sua porta.
Ma Samuel Colt, preso dal successo dei suoi revolvers a capsula, si è lasciato scappare la persona che avrebbe potuto trasformare un’idea che effettivamente era ancora “strampalata” (o meglio, da perfezionare), in un prodotto di successo.
In questo periodo tutte le sue energie sono mobilitate per lo sviluppo ed il miglioramento della sua prima idea. Non è molto propenso ad avviare un nuovo progetto, sebbene la esclusiva del proprio brevetto gli assicuri solo per un altro anno il monopolio della costruzione di revolvers a capsula.
E’ deciso a sfruttare al massimo l’attuale prodotto prima di investire in nuovi progetti che potrebbero anche non essere così remunerativi.

Però altri produttori si affacciano sul mercato.
Si chiamano Horace Smith e Daniel B. Wesson, tutti e due armaioli. Mettono a punto, in quell’epoca, una cartuccia metallica a percussione anulare sul principio della cartuccia inventata dal parigino Flobert nel 1845. Questi intendono fabbricare per questa cartuccia un revolver con il tamburo forato da parte a parte. Depositano il progetto di quest’arma completamente nuova nell’Ufficio Americano dei brevetti. Ma alcune settimane dopo, ricevono una risposta negativa, proprio perché era presente il brevetto di Rollin White.
Fu così che Rollin White, stupito e meravigliato, si trovò i signori Smith e Wesson alla sua porta per sollecitare un accordo. Diventa così un loro socio percependo percentuali su tutti i revolvers venduti. Da parte sua s’impegna a perfezionare la fabbricazione di un’arma a tamburo forato da parte a parte. E le liti non mancheranno.
Con questo accordo, i signori Smith e Wesson si assicurano fino al 1869 il monopolio della fabbricazione dei revolvers più moderni dell’epoca. Come tutti i concorrenti, anche in Colt devono aspettare questa data per eventualmente produrre un revolver a cartuccia metallica.
Tuttavia, quando arriva la scadenza, nulla si muove ad Hartford. In Colt proseguivano imperturbabili la fabbricazione dei buoni e “vecchi” modelli a capsula.
I successori di Colt hanno i loro buoni motivi. Il numero di revolvers a capsula in circolazione sin dall’inizio della guerra di Secessione è elevatissimo. È possibile trovare ovunque il piombo, la polvere e le capsule necessarie.
Al contrario, all’Ovest esitano ad adottare armi le cui nuove munizioni non sono ancora facilmente reperibili.
In effetti, se non trovi un deposito, un negozio, un qualche posto dove acquistare queste nuove munizioni già assemblate, il revolver è inutilizzabile. E negli immensi spazi e distanze del sud-ovest, la distribuzione non era di certo facile. Potevano passare mesi prima di avere un riassortimento.
Invece era sempre facile reperire polvere, capsule d’innesco, e piombo (anche da ricalibrare se è il caso).
Inoltre sembra che in Colt vi siano dei progetti “nel cassetto”, nati anni prima da idee dello stesso Samuel Colt. E che sono strategicamente “in attesa” …

La Smith e Wesson propone da quell’anno un nuovo modello che ha la duplice caratteristica di utilizzare cartucce metalliche di grosso calibro a percussione centrale, la 44 Smith and Wesson American (chiamata così nel 1872 per distinguerla dalla Russian),e di possedere un estrattore che permette di espellere con un solo movimento tutti i bossoli e di ricaricarlo rapidamente.
La Compagnia Colt aspetterà il 1889 per dotare i suoi revolvers di un estrattore collettivo, che per altro risultando affidabilissimo in seguito sarà copiato da tutti gli altri fabbricanti.

In un primo tempo, la Compagnia Colt procede a convertire diversi modelli; cioè vende una conversione che trasforma i suoi revolver permettendo di utilizzare le cartucce metalliche.


La leva di incastonatura e ricarica veniva soppressa, ed al suo posto era montata una bacchetta munita di una molla, attaccata sulla parte destra della canna, che serviva ad espellere i bossoli (soluzione poi ripresa sul modello 1873).
Così si lascia libera la chiavetta che permette lo smontaggio della canna.

La parte posteriore del tamburo è tagliata davanti alle bocche d’innesco.
Questa parte è sostituita da una piastra circolare forata al centro per lasciare passare l’asse del tamburo. Questa piastra è fissata alla carcassa (non ruota). Ha uno sportello sulla destra, destinato all’introduzione delle cartucce e alla espulsione dei bossoli vuoti. Nella parte superiore, ha un percussore flottante che viene mosso dal cane, il cui nasetto è limato a piatto, per colpire nettamente il percussore.

Anche se la maggior parte delle conversioni erano effettuate artigianalmente, vi sono stati diversi brevetti depositati direttamente da Colt. La fabbrica di Hartford in quegli anni realizzò molte altre conversioni analoghe per cartucce a percussione anulare.
Qualche volta il percussore è saldato sul nasetto del cane o viene a percuotere direttamente la culatta della cartuccia, grazie ad una tacca nella piastra circolare fissata sulla carcassa.
Le conversioni sono numerose, di diversi tipi, realizzate spesso da artigiani ed anche molto prima del 1869.
Non ci sono stati sistemi che si sono nettamente affermati rispetto ad altri; alcuni più complicati (ad es. le conversioni di Thuer) altri più semplici (ad es. quelle di Richard, che richiedeva un nuovo tamburo specifico per le cartucce metalliche). Conversioni che potevano essere a percussione anulare, o a percussione centrale. Non vi era ancora un sistema affermato e diffuso, così superiore da poter “determinare” uno standard …

Nel 1872, la fabbrica di Hartford produce un nuovo modello basato sul New Army 1860. Contrariamente alle conversioni, qui il tamburo non nasce come modifica del tamburo ad avancarica, ma è rifatto completamente.
Quest’arma è un vero intermediario tra i vecchi revolvers a percussione ed il futuro «Peacemaker». Ha ancora la vecchia carcassa aperta, ma il tamburo è già specifico per cartucce metalliche. Il cane è predisposto per munizioni a percussione anulare, è eliminata la leva di carica, e c’è invece la leva di espulsione scorrevole in un lungo manicotto fissato sulla destra della canna. 

Gli archivi di Colt non permettono di stabilire il numero esatto di esemplari fabbri­cati, riguardante tale modello; in ogni caso trattasi di numeri piuttosto esigui.

Nel frattempo, in Colt si sperimentano alcuni piccoli revolvers di difesa.
La Colt Old Line Pocket calibro 22, che avrà però scarso successo.

E la House Pistol «dover leaf» (foglia di trifoglio) così chiamata per la forma evocatrice del suo tamburo a quattro camere, proposta in calibro 41 anulare, che invece conoscerà un vero successo.

Dopo un periodo in cui sembrava che Colt stesse perdendo irrecuperabilmente terreno, nel 1873 però appare un nuovo revolver, concepito per una cartuccia metallica a percussione centrale anch’essa messa a punto in Colt lo stesso anno, la potentissima 45 Colt.