Dal S.A.A. e via a seguire …
Nel 1873, Colt annuncia la sua rivoluzione (e fu una vera “doppia” rivoluzione): sua maestà il revolver S.A.A., e la munizione .45 Colt.
Quest’arma, ufficialmente battezzata «Single Action Army» (SAA), o modello «P», è più conosciuta con l’appellativo familiare di «Peacemaker».
E camerava il potente nuovo calibro .45 Colt.
Il revolver fu anche noto come «Frontier», dopo l’adozione della cartuccia 44-40 Winchester nel 1878.
Ma per molti resta il modello 1873.
Non esiste revolver più illustre e più leggendario.
I Westerns hanno notevolmente contribuito a creare la sua fama, specialmente in Europa. Facendone d’altronde un abuso poco compatibile con la verità storica.
In realtà da tempo in Colt si lavorava ad una nuova arma compatibile con le cartucce metalliche.
Nel dicembre del 1872, Richard W. H. Javis, successore di Elisha Root alla presidenza della Compagnia Colt, sottopone i primi esemplari del «Peacemaker» all’esame dei servizi d’Armamento dell’U.S. Army. Esemplari la cui messa a punto era iniziata diversi anni prima.
Il nuovo revolver conserva la robusta azione semplice di tutti i revolvers Colt a capsula.
La sua impugnatura s’ispira a quella dei vecchi revolvers della Compagnia.
In cambio, la sua carcassa in acciaio massiccio è chiusa (superiormente il telaio è chiuso, connesso alla culatta); il tamburo, forato da parte a parte per la cartuccia metallica, è scanalato ed ha sei tacche di chiusura sulla parte posteriore. Il cane è munito di un percussore fisso. E’ munito di un estrattore del modello 1872 e di uno sportellino di caricamento, tutte e due brevettati da William Mason.
Il modello presentato ai servizi dell’U.S. Army, possiede una canna di 7,43 pollici (189 millimetri), relativamente fine ma che permetteva comunque alle nuove munizioni .45 di sviluppare tutta la loro potenza. Un manicotto intermedio facilita la rotazione del tamburo sul suo asse e permette di riguadagnare il movimento rotatorio conseguente ad un continuo uso.
Insomma, questa nuova arma per la sua concezione si colloca di diritto tra i revolvers inventati da Samuel Colt. Le prove balistiche dell’Esercito l’oppongono a due modelli di Smith & Wesson N. 3 ad estrattore collettivo: il mod. «American» e lo «Schofield».
Nel suo rapporto in data 27 dicembre 1872, il capitano John R. Edie, presidente della Commissione di prova conclude così:
«Nel revolver Colt, il numero dei pezzi è inferiore, sono più semplici e più robusti e non sono sottoposti a sforzi tanto pesanti come nella Smith & Wesson.
Si può dimostrarlo nel pulirla alzando una vite e facendo scivolare l’asse del tamburo e rimontandolo poi con la stessa facilità. La sicura di questo revolver semi-armato non si è rotta durante la prova e lo stesso risultato si dovrebbe ottenere verosimilmente in seguito a medesimo trattamento su qualsiasi acciarino».
«Non ho esitazioni nel dichiarare che il revolver Colt sotto molti aspetti è superiore e più adatto ai bisogni dell’Esercito di quanto lo sia la Smith & Wesson».
Un’altra Commissione, avendo proceduto ad ulteriori prove, raccomandava nuovamente l’adozione del «Peacemaker», nel suo rapporto del 26 giugno 1873:
«Con il revolver Colt si spararono subito trecento cartucce usando le munizioni regolamentari e facendolo raffreddare ogni cento colpi. Non si ebbe nessun inconveniente e solo un colpo non esplose e ciò perché il fulminato della cartuccia era difettoso. Il revolver fu in seguito sotterrato nella neve, vi si versò sopra dell’acqua, poi rimase esposto alle intemperie per tre giorni e tre notti. Quando lo si recuperò, era già arrugginito, ma funzionava perfettamente. Duecento cartucce furono poi sparate e soltanto due fallirono. Una delle cartucce difettose esplose alla seconda sollecitazione, e la seconda quando la si percosse con un punzone ed un martello».
Il 23 luglio del 1873, il Dipartimento di Guerra passa una prima ordinazione di ottomila «Peacemaker». Il prezzo fissato è di 13 dollari al pezzo, incluso il cacciavite.
Le armi devono essere regolate a 25 iarde per sparare la cartuccia 45 Colt, adottata come munizione regolamentare.
Poi, quando l’U.S. Army adotta ugualmente anche il revolver Smith & Wesson Schofield nel 1875, la 45 Colt è sostituita dalla 45 Schofield (ugualmente chiamata 45 Colt dal governo).
In effetti, la 45 Colt resta ben oltre un secolo dopo la sua creazione una delle più potenti cartucce per revolver; e certi tiratori la preferiscono anche alla 357 Magnum (che provocando un maggiore rinculo, i militari giudicano pregiudizievole alla rapidità del tiro).
Ma soprattutto questa cartuccia .357 è troppo lunga per la Smith & Wesson Schofield e troppo potente per la sua chiusura a staffa.
Paragonata ai modelli regolamentari europei, come il John Adams mod. 1868, il Lefaucheux di Marina mod. 1870, il Chamelot-Delvigne mod. 1873, che sono tuttavia a doppia azione, il meccanismo a semplice azione della Colt «Peacemaker» può sembrare arcaico.
Eppure, questo meccanismo ha, come arma militare, il vantaggio della semplicità e della robustezza. Certamente, un pezzo si può rompere; ma è senza dubbio il solo revolver a poter funzionare anche in una tale situazione.
D’altra parte, il cane è facilissimo e rapido da armare grazie all’estrema flessibilità della molla principale. E’ per questo che un tiratore allenato può utilizzarla con grande velocità e precisione.
Le prodezze che vediamo in alcuni film western sono eccezionali ma … possibili, principalmente con il metodo del «fanning» o «fast drive» (il grilletto resta costantemente premuto, mentre il cane è rapidamente manovrato con l’altra mano).
John Newman, detto «Burro Punches» è capace di estrarre il revolver e piazzare quattro pallottole in una scatola lanciata in aria prima che questa ricada al suolo.
Famosissimo è stato il performer Bob Munden (1942-2012), che con quest’arma estraeva e sparava i primi 2 colpi in due decimi di secondo! (anzi 0,208 secondi !).
Il «Fast draw» è stato attualmente riscoperto nel mondo sportivo e non solo negli Stati Uniti. In USA esistono un migliaio di circoli dove si esercitano i suoi fans. Ed anche in Italia si stanno moltiplicando gli eventi (CowBoy Shooting, Old West Shooting, ecc.).
L’arma preferita per questo esercizio è il «Peacemaker» con canna di 4 3/4 pollice (121 mm) chiamato «Modello Civilian».
Nel 1878, la Compagnia Colt propone il revolver anche nel nuovo calibro 44-40, creato da Winchester per la carabina modello 1873, molto diffusa nell’Ovest e nell’America del Sud. Questa versione del «Single Action Army» è battezzata «Six-Shooter Frontier Model».
Da tutti chiamata solo «Frontier».
E conosce subito un grande successo.
Principalmente perchè la stessa cartuccia 44-40 può essere utilizzata sia nell’arma “lunga” (il diffusissimo Winchester) che nell’arma corta (il Peacemaker).
E per le difficoltà di approvvigionamento del tempo, soprattutto lontano dai centri principali, poter contare su una scorta di munizioni utilizzabili in tutte le armi “al seguito”, era un vantaggio impagabile.
La 44-40 è un po’ meno potente della 45 Colt, ma dà all’arma una migliore precisione. Durante le prove effettuate nel 1894, fu facile piazzare sei colpi in un cerchio di ½ pollice (12,5 cm) di diametro ad una distanza di 45 metri; i tiratori più abili riuscivano a restare in un cerchio di 75 millimetri!
Eppure questa precisione, notevole in una arma militare quanto quella del Modello Bisley (la versione della Peacemaker destinato al tiro), non poteva uguagliare quella del revolver Smith & Wesson Scholfield che trionfava allora nelle gare di tiro.
Colt comincia allora a fabbricare armi sportive basate sul «Single Action Army»: il modello «Flat Top», seguito dal «Bisley».
E subito si guadagnano la stima di numerosi tiratori.
Restando in campo militare, una delle prime Unità dell’U.S. Army a ricevere il «Peacemaker» è il famoso 7° Reggimento di cavalleria del tenente-colonnello di Stato Maggiore John Armstrong Custer.
Una delle prime grandi battaglie nella quale questo «pacificatore» si trova coinvolto, è quella di Little Bighorn; che termina in un disastro.
Ma la qualità della Colt «Single Action Army» non è in discussione.
A proposito di Little Big Horn …
Per una sintetica descrizione ed alcune considerazioni, Vi rinvio alla pagina “A proposito di Little Bighorn“.
Il «Peacemaker», ultimo revolver che porta il marchio personale di Samuel Colt, non ha mai cessato di essere fabbricato eccetto una breve interruzione subito dopo la seconda guerra mondiale.
Ed è tutt’ora in produzione !
Dopo 150 anni !!
Qui sopra una Colt Single Action Army spedita nel 1882
A questo vero record, bisogna aggiungere anche quello dei suoi calibri. Nessuna altra arma è stata camerata con tale diversità.
Dal 1873, anno della sua apparizione, le tecniche di fabbricazione si sono evidentemente evolute. La carcassa, inizialmente forgiata in una matrice, è ora ottenuta tramite colatura e microfusione, il che conferisce una migliore omogeneità al metallo, sopprime i punti di rotture che potevano risultare dalla fabbricazione ed abbassa notevolmente il prezzo di costo (ma non quello di vendita, che polverizza tutti i records).
L’acciaio dolce una volta usato per le canne ed i tamburi, verso il 1900 è sostituito dall’acciaio al nichel, più resistente per adeguarlo all’adozione delle polveri infumi.
Attualmente si utilizzano specifici acciai selezionati, e con moderni trattamenti termici.
Il mito del Peacemaker è dimostrato non solo dalla sua diffusione (tutti i personaggi più in vista “dovevano” avere un SAA), ma anche dal valore raggiunto da alcuni pezzi storici.
Il SAA di Roosvelt è stato battuto all’asta per 1,4 milioni di dollari (nel 2020).
Mentre il Peacemaker con cui lo sceriffo Pat Garrett uccise Billy the Kid è stato venduto (nel 2021) per 6,03 milioni di dollari (6.030.000 $) !
Un approfondimento sulle versioni e generazioni del Single Action Army lo potete trovare su questo articolo in farwest.it: Dentro la Colt Peacemaker
Dal 1878, con il primo revolver Colt a doppia azione, passando per il 1889, con il primo estrattore collettivo, e avanti fino al 1905, con la sicura «Safety Positive», appare un’altra generazione di armi.
Queste ultime non devono più niente a Samuel Colt, se non la loro forma sempre prestigiosa e la loro costruzione in una fabbrica di cui egli aveva posto solide fondamenta.
Eppure, esse non sono soltanto legate a Samuel Colt per questa filiazione giuridica.
Il fondatore aveva creato una tradizione, cioè quella di una produzione di qualità superiore.
Le armi dei suoi successori sono rimaste fedeli a tutto questo.
Così godono ancora oggi di un’alta reputazione, riconosciuta dai loro acquirenti.
Forse solo con una piccola flessione negli anni tra il 1980 e il 2000, quando la penuria di mano d’opera specializzata causò un peggioramento delle qualità “normalmente attese” per i prodotti Colt.
Qualità che è poi ripresa con le nuove produzioni e con l’ingresso nel gruppo CZ (assieme a diversi altri brand del settore).
E qui stiamo presentando solo “i revolver”.
Ma anche nel campo delle pistole (semiautomatiche e/o automatiche), la compagnia Colt ha avuto modo di distinguersi; in primis con il mitico modello 1911, anch’esso molto apprezzato ed utilizzato dopo più di 110 anni …
Ed anch’esso “copiato” praticamente da ogni costruttore (non esiste marchio che non abbia in produzione un “clone” 1911).
E restando nel campo delle armi “civili”, ricordiamo i fucili M4, M16, AR10 e AR15, …
La qualità e l’efficacia delle armi prodotte nella fabbrica di Hartford, non tiene conto del fascino che esercita il nome di Colt.
I suoi revolvers antichi sono tra i più ricercati dai collezionisti, in America come in Europa.
«Dio creò gli uomini, Colt li rese uguali»
afferma un detto dell’Ovest.
Nel dramma epico del Western, la Colt non è solamente un elemento tematico indispensabile, ma è la protagonista.
Si può concepire un Western senza donna, senza cowboy o senza indiano, senza fuorilegge o senza soldato dell’U.S. Cavalary !
Si può, tutt’al più, dimenticare i cavalli.
Ma non c’è Western senza Colt.