La Colt Paterson …
Inizia l’avventura industriale di Colt.
Il laboratorio di costruzione è avviato a Paterson, nel New Jersey.
La compagnia è diretta da Dudley Seldon, cugino di Samuel Colt.
Il contratto con gli azionisti prevede che Sam cede il suo brevetto alla Compagnia, deve dare il suo aiuto per la messa in funzione dell’officina, e dedicare la maggior parte delle sue attività allo sviluppo commerciale.
In cambio riceverà una percentuale oscillante tra uno e due dollari per ogni arma fabbricata, un salario di 1.000 dollari l’anno e la metà dei benefici della Compagnia, nonché la metà dei diritti ottenuti dalla vendita dei brevetti. Seimila dollari gli sono anticipati per sei mensilità.
Dal canto suo la Compagnia si assume il compito di impiantare l’officina in sei mesi e di non utilizzare alcun brevetto senza il suo consenso.
Importante la clausola che Colt è riuscito ad inserire nell’accordo: in caso di cessazione delle attività, Sam ritornerà in possesso dei propri diritti e brevetti.
Qui sopra uno dei brevetti del 1836, riproposto con le modifiche del 1839
La «Patent Arm Manufacturing Company of Paterson» comincia a fabbricare revolvers a 5 colpi durante l’estate del 1836.
Uno dei primi Colt Paterson degli anni 1836-1838 (ancora senza asta di pulizia e senza leva per il caricamento)
Il modello di revolver Colt Paterson più popolare prodotto è stato il #5 Holster, noto anche come Texas Paterson, in calibro .36
Un esemplare di Colt Paterson degli anni 1836-1838, con il grilletto che rientrava del fusto
Un esemplare di Colt n. 5 Texas Paterson del 1837, calibro .36, canna da 7 ½” (matr. 205)
Qui sopra un esempio delle “cartucce” per un caricamento rapido (relativamente rapido): erano dei cilindri di carta che contenevano la polvere già dosata, e che erano incollati alla palla in piombo. A corredo c’era sempre la pinza ricalibatrice che aiutava nella “sigillatura” tra carta e palla, e soprattutto si usava per ricavare palle “del giusto calibro” dal piombo recuperato / riciclato. Questa relativa autosufficienza ha permesso a questa tipologia di revolver, di restare in auge per moltissimi anni.
Una scatola di capsule per accensione
Non dubitando della validità della sua invenzione, e ben conscio che il più vasto mercato è ovviamente l’Esercito, Samuel Colt va a Washington. Regala al presidente Andrew Jackson un suo revolver finemente intarsiato; e offre pranzi in onore degli ufficiali del posto o in visita alla capitale federale.
Il cugino Dudley, molto più prudente, ritiene eccessive le spese (folli) per questi “contatti commerciali”. Ed in effetti l’Esercito ancora non si interessa al suo revolver.
Nel 1837 i servizi d’Artiglieria effettuano alcune prove con i revolver Colt, ma emettono un parere sfavorevole. Nel rapporto si legge che il meccanismo è troppo complesso, il prezzo troppo elevato, e che i moschetti e le pistole a pietra focaia (attuale dotazione dell’Esercito), sono ancora «molto efficaci».
Sam deve accettare le direttive del cugino Dudley e della Compagnia, e decide di abbandonare i militari degli uffici di Washington rivolgendosi a “quelli che fanno la guerra sul campo”.
Entra in contatto con il colonnello William S. Hardley, impegnato nella difficile campagna contro i Seminola in Florida. Quest’ufficiale è ben conscio dell’importanza di un’arma a ripetizione.
Infatti, la tattica dei Seminola consiste nell’attaccare i soldati appena hanno sparato il colpo del loro moschetto, mentre sono intenti al lungo e delicato ricaricamento dei loro fucili.
Hardley scrive a Colt; pensa di riuscire a comprare un centinaio dei suoi fucili e revolvers a ripetizione.
Colt parte immediatamente con un carico d’armi e dopo un viaggio più che disagevole nelle paludi che a quel tempo infestavano la Florida, arriva a Camp Jupiter. Grazie al colonnello Harnley, vende una cinquantina delle sue armi al generale Thomas Jessup, a 125 dollari l’una; le altre le vende a vari ufficiali. Con una cambiale di 6.250 dollari ricevuta dal Governo, ritorna nel New Jersey.
Il viaggio di ritorno è però un disastro (oggi si deriebbe … una sfiga nera !)
L’imbarcazione si capovolge poco dopo la partenza. Colt ed i suoi compagni di viaggio restano nelle paludi del fiume Indian per 4 ore prima di riuscire a raggiungere la terra ferma. Ed a riva Colt si accorge che ha perso la cambiale nel fiume.
Ovviamente la Compagnia (e il cugino Dudley) volevano chiudere subito tutto.
Ma Sam si oppose con forza, e si narra siano qui iniziate le prime divergenze.
Per fortuna riesce ad ottenere dal governo l’emissione di una nuova cambiale.
Però gli affari della Compagnia non sono affatto brillanti. L’Esercito resta fedele alle sue pistole a pietra focaia ad un solo colpo.
Colt ottiene solo pochi ordini di carabine a tamburo nel 1839 e nel 1840.
La giovane Repubblica del Texas, allora indipendente, sembra al momento il solo mercato “potenziale”.
Anche perchè i suoi marinai ed i suoi Rangers sono impegnati su due fronti: se la devono vedere con i Messicani e con gli Indiani. Ed essendo appunto “quelli che fanno la guerra sul campo”, comprendono presto la grande superiorità di queste armi che possono restare cariche ed al sicuro nella fondina da sella, sempre pronte a sparare cinque colpi in pochi secondi.
E’ lì che punta Colt, ed è proprio questo successo che in seguito assegnerà ai modelli il nome di «Texas Arms».
Le testimonianze dei combattenti sono eloquenti. A seguito di una inchiesta effettuata più tardi da Colt presso gli acquirenti, il commodoro Moore della Marina del Texas scrive:
«Io, come comandante della Marina del Texas, in quel tempo, ebbi un’eccellente occasione di controllare l’efficacia e la robustezza di tali armi. I volontari del Texas erano equipaggiati con pistole e carabine Colt, che spesso erano esposte alle intemperie sui battelli. Affermo senza esitazione che esse non subirono alcun danno al pari del moschetto di ordinanza o della pistola della Marina.
I revolvers Colt, usati dai Rangers del Texas prima dell’annessione agli Stati Uniti, erano forniti tutti dalla Marina, dopo che questa li aveva usati per più di quattro anni. Ed aggiungo di averne visti alcuni utilizzati ininterrottamente per nove anni e che sono ancora in buone condizioni».
All’inizio del 1854, in un rapporto al Comitato degli Affari militari del Senato degli Stati Uniti, il capitano Tobin, dei Rangers del Texas, fornisce al riguardo una testimonianza impressionante (forse anche troppo):
«Il maggiore Ben Me Culloch, con sedici uomini, ritornava nel Texas dopo la presa di Monterrey al tempo della guerra del Messico, nel 1847. Durante uno scontro con gli Indiani Comanches, perse uno dei suoi revolvers Colt dopo aver scaricato tre camere. Tre mesi più tardi, io e lui, spostandoci con alcuni uomini in questi paraggi, abbiamo ritrovato la pistola là dove era rimasta, esposta ai temporali della stagione. Mettendo nuove capsule sulle bocche delle due camere caricate, sparammo proprio come se esse fossero state caricate il giorno prima».
Un revolver Colt Paterson in versione “Belt Model”
Diversi modelli di revolvers Colt fabbricati nella fabbrica di Paterson.
Dall’alto in basso, i primi tre sono stati fabbricati dal 1836 al 1841,
gli altri due dal 1839 al 1841