X-Frame

X-frame e il .500

Sin dal 1935 (anno di commercializzazione del .357 Magnum), Smith & Wesson si è sempre vantata di produrre le pistole più potenti al mondo.
Quella fama era ben consolòidata fino a … fino a quando Ruger non ha iniziato a camerare il suo revolver Blackhawk in .44 Magnum, prima che la stessa S&W lo introdusse nel 1956.
Poi in realtà è bastato che Harry Callahan (Clint Eastwood) chiedesse “Do you feel lucky, punk?” nel primo film della serie dell’ispettore Dirty Harry, perchè il model 29 di S&W in .44 Mag. fosse venduto oltre ogni aspettativa.

In seguito, all’inizio degli anni ’60 l’armaiolo dello Utah Dick Casull introdusse il suo .454 Casull, che offriva il 33% in più di velocità e quasi il 75% in più di energia rispetto al .44 Mag.
Ma praticamente il .454 Casull non andò in produzione “normale”, di serie, fino al 1997.

La corsa alla “potenza” era iniziata; e presto altri armaioli come Wildey J. Moore (1973), John Linebaugh (1986 e ’88), Evan Whildin di Action Arms, e di nuovo Ruger (2003) si sfidarono a suon di annunci, immettendo nel mercato armi e munizioni sempre più performanti.
Freedom Arms, la prima ad immettere sul mercato un .454 Casull come revolver “di serie”, lanciò nel 2005 addirittura un .500 Wyoming Express.
Dire che il campo di battaglia si stava affollando, non era un’esagerazione.

Furono costruite pistole in grado di ospitare cartucce da fucile anche molto potenti; ma in genere si trattava di pezzi “artigianali”, o al massimo piccolissime produzioni costruite per dire che … abbiamo costruito un cannone portatile!
Ci sono ad esempio delle pistole “ibride” monocolpo che possono camerare il .308, oppure c’è qualcuno ha allestito un “tipo Derringer” monocolpo in .50BMG (foto qui a lato)

E chissà cosa avranno inventato alcuni armaioli americani che magari neppure sappiamo …

Tuttavia, i nonnetti cha hanno dato il via alle danze (ovvero i signori di S&W) erano intenzionati a tornare in gara con un qualcosa che sbaragliasse la concorrenza.
All’inizio del 2002 il Product Manager di S&W, Herb Belin, ha proposto di produrre un nuovo revolver, (soprannominato X-frame), in grado di gestire la più potente cartuccia per pistola mai prodotta.
Cartuccia che per altro non era ancora definita, ma che si voleva fosse “insuperabile”. E comunque non superiore a mezzo pollice per non incorrere nelle limitazioni del National Firearms Act.
Questo nuovo revolver avrebbe dovuto essere in acciaio inossidabile, e almeno inizialmente, avrebbe avuto una canna da 8 3/8″ (da quelle parti sono fissati con queste misure …).
E soprattutto doveva essere usabile da “quasi tutti”, perciò con un profilo dell’impugnatura simile ai telai K, alla portata di “tutte le mani”.
L’introduzione degli X-Frame doveva essere il punto di arrivo di un percorso in cui Smith&Wesson voleva ristabilire la propria immagine di icona americana dei revolver (dopo il pessimo danno d’immagine subito da alcune decisioni e cessioni durante l’amministrazione Clinton).

L’origine del .500 S&W Magnum

La storia di come sono nate le nuove pistole e la nuova cartuccia calibro .500 è in realtà molto breve.

Dopo lo SHOT Show del 2002, Belin ha deciso che S&W aveva bisogno di riappropriarsi del titolo di “arma più potente”, e ha contattato Peter Pi dell’azienda Cor-Bon, un produttore di munizioni noto per aver sperimentato cartucce ai “limiti della rottura”; ed ha chiesto a Pi se volveva aiutare S&W a sfornare il mega munizionamento.
Pi è subito (letteralmente) andato a recuperare le sue casse di semilavorati di ottone, ed ha chiesto ad un altro “sperimentatore”, Marc Jamison, cosa ne pensasse.
Già il giorno successivo Jamison ha consegnato a Pi dei prototipi di munizioni di test, che sono stati portati in S&W per chiedere cosa ne pensasse Belin.
E Belin ha detto subito “sì”.

Mentre Smith & Wesson stava realizzando il suo nuovo revolver, Cor-Bon era impegnata a mettere a punto la nuova cartuccia. La pressione operativa massima del progetto era di 60.000 psi (più di 4.100 bar !), anche se per facilitare l’estrazione dei bossoli dal tamburo si pensò di lavorare su 50.000 psi (3.500 atmosfere).
L’obiettivo di velocità era di 2.000 fps (superare i 600m/s), che sembrava facilmente raggiungibile con proiettili da 300 grani e canna da 8″3/8.

E mentre Cor-Bon iniziava a lavorare sulla messa a punto della munizione, Belin incaricava gli ingegneri S&W di progettare il tamburo. Gli ingegneri Rich Mikuta e Brett Curry erano stati addestrati a utilizzare i più recenti (per il periodo) software di progettazione, calcolo e simulazione a partire dai modelli in SolidWorks.
Sembra una eccessiva semplificazione, ma … fortuna volle che con le dimensioni della munizione che avevano avuto da Cor-Bon, ipotizzando le pressioni in gioco, calcolando la tenacia dei migliori acciai, e la capacità del cilindro, …. beh, … ne è uscito un primo progetto molto ben definito, diciamo una buona base di partenza.
Pensiamo che un progetto in genere viene via via affinato nel tempo con prove, modifiche, prototipi, ecc; e richiede qualche anno di messa a punto prima di diventare prodotto.
Invece, il primo pezzo d’acciaio inserito nella macchina CNC, ha prodotto un primo cilindro per X-Frame e … questo cilindro superò con grande margine di sicurezza i test pressori.
Perciò fu subito dato il via libera alla progettazione del telaio.
Anche il telaio è stato progettato utilizzando software di simulazione, e in poco tempo furono realizzate le prime parti del nuovo X-Frame. Ed in breve tempo furono assemblati i primissimi prototipi del Model 500.
E … tutto si rivelò correttamente funzionante e sicuro fin dall’inizio.
Cosa che ha permesso (in verità anche con un certo stupore nella stessa S&W) di passare subito ad un primo lotto di pre-produzione.

I revolver Smith&Wesson basati sul telaio X, e progettati per riconquistare il titolo di “pistola più potente”, avevano appena conquistato un altro titolo: un record di velocità per come si è passati da un’idea, ad una vera pistola funzionante e commercializzata.
In poco più di 10 mesi S&W era pronta per lo Shot Show di Las Vegas del 2003.
Il revolver S&W modello .500 ha debuttato appunto allo SHOT Show del 2003, insieme al fratello in .460 Smith&Wesson Magnum.

Nel frattempo Cor-Bon aveva messo a punto tre diversi caricamenti per il .500 S&W Magnum.
A partire da palle di ca. 275 grani, interamente in rame, poi dei 400 gr. soft point ramati, e dei 440 gr. flat point.
In seguito sono apparsi sul mercato proiettili con palle da 500, 600 e fino a 700 grani !
Ad oggi la pressione massima di lavoro del calibro .500 S&W è fissata a 4810 bar ! (tabelle CIP).

Qui di seguito un confronto tra il 44 Magnum (che è già un bel calibro! con palla da oltre 11mm di diametro) ed i vari successori, fino al .500 Magnum, e confrontati con il mega rimmed 45-70 (nato nel 1873 quando era ancora in uso la polvere nera)

L’X-Frame di S&W è enorme, paragonabile per dimensioni al BFR di Magnum Research che alloggia cartucce per fucili .45-70 Gov’t.
Ma non è banalmente un N-Frame ingrandito.
Per prima cosa, il suo cilindro è lungo 2,3 pollici; ed è a cinque colpi invece di sei, quindi le tacche di arresto del cilindro cadono nella parte più spessa del cilindro invece che in quella più sottile (come è tipico dei revolver a sei colpi o comunque con un numero pari di colpi).
E si è deciso di restare sui 5 colpi principalmente perché passando a sei colpi sarebbe stato eccessivamente ingombrante e scomodo; già ora il diametro del tamburo è di 1,92″ (quasi 5cm), più che abbondante!

Un’altra caratteristica degna di nota che rende il telaio X più di un semplice telaio N ingrandito, è il blocco con un fermo a sfera nella parte anteriore del telaio. Questo sistema aumenta il blocco nel giogo durante il rinculo successivo allo sparo.

Diverso è anche il telaio dell’impugnatura, che sembra sproporzionatamente piccolo rispetto al cilindro. Ma cmq la scelta di S&W agevola gli utenti perchè l’impugnatura ha le stesse dimensioni dei revolver K-Frame, tutto sommato ben impugnabili.

La maggior parte dei revolver S&W ha una guancetta in gomma monopezzo oppure una coppia di pannelli in legno che lasciano esposto il backstrap in metallo. Il monogrip Hogue dell’X-Frame copre generosamente il backstrap. L’impugnatura in gomma è molto spessa nel punto in cui incontra il palmo della mano e presenta al suo interno un riporto in gel per assorbire il rinculo.

Un aiuto per una riduzione del movimento allo sparo viene anche dai compensatori montati sulle volate, ed intercambiabili (fissati da un’unica vite a brugola).

I mirini sono costituiti da una foglia posteriore completamente regolabile ed una lama anteriore sostituibile.
Il tratto superiore del telaio è predisposto per il fissaggio di slitte (vi sono 2 fori filettati).

Data la possibilità che alcuni stati offrono di usare il revolver anche per caccia, c’è chi ha provato ad andare “a bisonti” con il .500 S&W; e … dei collaboratori della rivista American Rifleman sono andati ad una battuta di caccia al bisonte con la .500 portando a casa la preda con un solo colpo (e credetemi, un bisonte è proprio grosso grosso grosso !).